mercoledì 25 ottobre 2017

Vitamina D: indispensabile per ossa e cervello
La vitamina D è importante per ossa e muscoli, utile per il cervello e contro i tumori: viene sintetizzata principalmente grazie all’esposizione alla luce del sole, si trova anche in alcuni alimenti, in particolar modo nei cibi di origine animale
La vitamina D è una vitamina liposolubile (ovvero si scioglie nei grassi), chiamata anche calciferolo, presente nell’organismo umano sotto forma di ergocalciferolo (vitamina D2) e colecalciferolo (vitamina D3). La vitamina D2 è presente negli alimenti di origine vegetale; la vitamina D3 invece viene sintetizzata attraverso la pelle, grazie al ’esposizione ai raggi solari ed è presente nei prodotti di origine animale. La vitamina D svolge importanti funzioni biologiche. Vediamo qui di seguito quali.

A cosa serve la vitamina D

La vitamina D sta alla base di importanti funzioni biologiche, così vitali per il nostro organismo, tanto che viene definita “para-ormone” (perché svolge attività su organi e apparati, proprio in modo simile a un ormone). In primo luogo, è fondamentale per l’apparato scheletrico, poiché mantiene le ossa forti e sane, da un lato è necessaria alla loro formazione, dall'altro previene le fratture e l’osteoporosi. La vitamina D, infatti,stimola l’assorbimento di calcio e fosforo, oltre a favorirne il deposito. Ecco perché risulta essenziale sia per i bambini, in fase di crescita, sia durante tutto il corso della vita per gli adulti.                                                                                                                    A livello cutaneo, può essere utile per curare la psoriasi e la dermatite atopica.                                           La vitamina D, sintetizzata grazie alla luce solare, stimola la produzione di endorfine, serotonina e dopamina, tutti ormoni che apportano una sensazione di benessere. Ecco perché la vitamina D è strettamente correlata alla depressione. Migliorando il tono dell’umore, inoltre, si minimizzano anche gli attacchi di fame compulsiva. La vitamina D, inoltre, migliora la funzionalità dell’insulina, ormone necessario a metabolizzare gli zuccheri, e risulta utile dunque per combattere il diabete di tipo II. In più, favorisce la produzione di leptina, che serve ad attenuare lo stimolo della fame, dandoci il giusto senso di sazietà. Oltre a diminuire la concentrazione di citochine che sono responsabili dell’aumento degli adipociti, con effetto dimagrante La vitamina D, poi, migliora la tonicità muscolare e la forza fisica, grazie all'aumentofa bene anche al cervello, prevenendo il rischio di malattie neurodegenerative come Alzheimer o Parkinson. Inoltre stimola il sistema immunitario, riduce le infiammazioni e previene le infezioni. Sembra addirittura avere un effetto di protezione anti-tumorale, come pure a prevenire malattie autoimmuni (come sclerosi multipla. Lupus, diabete mellito e artrite reumatoide). A livello del sistema cardio-circolatorio, recenti studi dimostrano che la vitamina D è utile nel diminuire la pressione alta e ridurre il rischio di patologie cardiovascolari.
di testosterone. La vitamina D 

Quali sono i sintomi di carenza di vitamina D

Bassi livelli di vitamina D nel sangue provocano ipomineralizzazione e decalcificazione ossea, con conseguente rachitismo (nei bambini) e osteomalacia (negli adulti). Una carenza di vitamina D si evidenzia soprattutto nelle persone che non si espongono al sole a sufficienza. Soffrono di carenza di vitamina D, le popolazioni dei Paesi nordici, dove c’è poco sole in determinate stagioni e in generale durante tutto l’anno. Possono soffrirne bambini che non giocano abbastanza all'aperto. Adulti che passano molte ore al chiuso. Gli anziani, soprattutto le donne in menopausa, che sintetizzano meno vitamina D, e in particolar modo, quelli che perdono l’abitudine di uscire di casa.                                                                                                                                                               Stare all'aria aperta è importante per tutti
.                                                                                                                                                       Oppure in soggetti che soffrono di malassorbimento gastrico (come nella fibrosi cistica), patologie intestinali (come morbo di Crohn), insufficienza renale o che fanno uso di determinati farmaci (interazione con barbiturici, anticonvulsivi e idantoina)                                                                  . Anche le persone in sovrappeso possono essere soggetti a carenza di vitamina D, poiché essendo liposolubile viene “catturata” dal tessuto adiposo                                                             . Ecco che allora integrare la vitamina D può essere d’aiuto anche per perdere peso, poiché aiuta a smuovere tali depositi.                                                                                                                     Sintomi di carenza da vitamina D sono:                                                                             debolezza e dolore muscolare, ossa fragili, osteoporosi, unghie che si spezzano, psoriasi, ingrossamento delle articolazioni, dolori osteo-articolari, osteoporosi, ipertensione, ma anche irritabilità e malumore, tristezza fino a stati depressivi (per l’abbassarsi dei livelli di serotonina)                                                                                                                                            . La depressione, infatti, è strettamente correlata a una mancanza di vitamina D.                            Soprattutto il relazione al Disturbo Affettivo Stagionale (SAD) che si manifesta nei mesi invernali, per una ridotta esposizione alla luce solare. In caso di carenza è bene prendere integratori specifici, sempre sotto controllo medico, per evitare sovradosaggi che possono provocare intossicazioni che determinano sintomi quali mal di testa, inappetenza, vomito, dolori articolari, crampi muscolari, calcificazioni di organi, malformazioni fetali etc.                                            Il fabbisogno quotidiano di vitamina D dovrebbe essere di 5 mg per gli adulti, 5-10 mg al giorno per i bambini, 10 mg per le donne in gravidanza e durante l’allattamento, 15 mg per gli anziani.        La carenza di vitamina D era un male del secolo scorso, che però sta tornando attuale per le abitudini della vita moderna che portano sempre più a svolgere le attività al chiuso e sempre meno all'aria aperta, come dovrebbe essere per l’uomo
. Ecco perché è importante tenere sempre sotto controllo i valori di vitamina D nel sangue.

Calo dell'umore? Con lo zafferano diventa un ricordo
Gli estratti di stimmi di zafferano, specie se arricchiti con magnesio, taurina e vitamina B6 sono il miglior antidoto contro il calo dell'umore.

Zafferano: proprietà e utilizzi inaspettati

Forse non tutti sanno che da qualche anno la ricerca medica sta mettendo in luce come l’estratto degli stimmi di zafferano abbia delle eccellenti proprietà benefiche, in primo luogo antidepressive. Proprio così: nella letteratura scientifica internazionale si trovano diversi studi che dimostrano come il Safranale (ovvero l’estratto di zafferano) favorisca il ripristino del normale tono dell’umore, oltre a ridurre il disagio causato da alcuni sintomi tipici del ciclo mestruale, che provocano tristezza e calo dell'umore in molte donne.
Sul mercato inoltre, è possibile trovare degli integratori alimentari che uniscono le qualità dell’estratto di stimmi di zafferano a quello di altre sostaze benefiche, come il magnesio, la taurina, e la vitamina B6.
Il magnesio è un minerale importantissimo per il buon funzionamento dei muscoli e del metabolismo, ma ci sostiene anche a livello psicologico e del sistema nervoso. La sua azione è amplificata dalla taurina, che ha le medesime proprietà ma ha bisogno della vitamina B6 funzionare a dovere. L’azione sinergica di queste sostanze e dell’estratto di zafferano restituisce dunque forza e vitalità quando se ne ha il maggior bisogno, senza i fastidiosi effetti collaterali dei farmaci tradizionali. Con lo zafferano addio calo dell’umore!!!



venerdì 13 ottobre 2017

SINUSITE: I 5 RIMEDI TOP

Quando la prevenzione non è stata sufficiente, bisogna "correre ai ripari", per non aggravare i sintomi. Vale anche per la sinusite, per cui esistono validi rimedi naturali.

Prima di tutto un chiarimento: si tratta di sinusite o raffreddore? Potrebbe essere difficile distinguerli, dal momento che hanno parecchi sintomi in comune: naso chiuso, difficoltà a respirare, mal di testa e a volte febbricola.
La sinusite però si caratterizza per la presenza di segni inequivocabili: dolore al volto - soprattutto la fronte, le orbite oculari e la mascella - che aumenta con la pressione e il movimento; secrezioni nasali giallo verdognole; catarroriduzione o assenza dell’olfatto.
La sinusite è l’infiammazione e conseguente infezione dei seni paranasali (cavità interne agli zigomi, alla fronte, nel naso e dietro l’osso frontale), che si gonfiano e possono infettarsi a seguito del proliferare di virus o batteri.
Il più delle volte la sinusite “passa da sola” nel giro di poche settimane, ovvero il nostro corpo sviluppa le difese per la completa guarigione.
Altre volte invece si protrae per alcuni mesi (si tratta di sinusite cronica) e può essere necessariol’intervento del medico. In ogni caso, vi sono rimedi naturali che possono mitigare i sintomi e accelerare la guarigione. Ne vediamo 5, i migliori.

1. Bromelina per la sinusite

In caso di sinusite, abbondante muco si accumula nei seni paranasali provocando dolore anche acuto. La natura viene in soccorso con la bromelina (miscela di enzimi proteolitici), contenuta soprattutto nel gambo dell’ananas,  con comprovate proprietà proteolitiche. Ovvero aiuta a sciogliere il muco e a diminuire il gonfiore. 
Attenzione: non sarà sufficiente aumentare i consumo di ananas, anche perché la maggior parte di bromelina è contenuta nel gambo. Meglio assumerla sotto forma di integratore, salvo diverso parere del medico.

2. Umidificatore per la sinusite

L’aria secca, frequente in presenza dei comuni sistemi di riscaldamento, irrita le mucose e rende difficoltoso il drenaggio del muco, accentuando i sintomi della sinusite.
Mettere delle ciotoine di acqua sui caloriferi oppure enere acceso un umidificatore soprattutto durante la notte aiuterà a mantenere idratate le mucose e faciliterà l’eliminazione del muco.

3. Spray nasale naturale per la sinusite

In caso di sinusite sarà indispensabile mantenere idratate le mucose nasali durante tutta la giornata, con frequenza costante.
Andranno bene delle fialette già confezionate, con soluzione salina, o acqua di mare oppure uno spray nasale con Propoli (che funzionerà bene anche come antibatterico). In mancanza di altro, una siringa senza puntale di metallo, riempita con acqua e sali andrà bene: preparerete 30 ml di acqua tiepida in cui sciogliere un quarto di cucchiaino di sale e un quarto di cucchiaino di bicarbonato.
Ne inietterete con delicatezza in parti uguali per ogni narice, anche più volte al giorno.

4. Semi di pompelmo per la sinusite

Sappiamo che nella sinusite spesso si verificano delle infezioni batteriche localizzate nel muco. Isemi di pompelmo contengono sostanze con potere battericida. Se ne userà l’estratto, salvo diverso parere medico, in gocce diluite in poca acqua, più volte al giorno.

5. Fumenti per la sinusite

L’inalazione di vapore è la più antica delle terapie contro il dolore, la tensione del viso, la congestione e l’infezione delle mucose nasali. Va effettuata più volte nell’arco della giornata, per almeno 10-15 minuti continuativi, con un telo sul capo per mantenere il vapore sul viso senza disperderlo.
La procedura è molto semplice: si versa dell’acqua bollente in un recipiente largo – andrà bene anche una scodella - e si inspira profondamente.
Possono essere utili erbe aromatiche da aggiungere all’acqua bollente (foglie di eucalipto o di pino, menta o rosmarino) oppure una goccia dei loro oli essenziali.

giovedì 12 ottobre 2017

In autunno la caduta dei capelli si intensifica, ed è consigliabile proteggerli e rivitalizzarli con sostanze nutritive essenziali e con una cosmesi specifica adeguata alle necessità di questa stagione.

La caduta dei capelli è qualcosa di molto normale. I capelli si rinnovano continuamente, e quando arrivano a una certa lunghezza cadono. Ci sono dei momenti, però, in cui la perdita dei capelli diventa più ingente e preoccupante. In questi casi, un buon modo per frenare la caduta dei capelli è rafforzarli dal di dentro. Il miglio, il lievito di birra, le vitamine C e B12, lo zinco, il ferro, il silicio e la cistina saranno i tuoi più validi alleati.

Controlla la tua alimentazione

I capelli, come la pelle o le unghie, sono un riflesso del nostro stato nutrizionale. Se soffriamo di un deficit alimentare i capelli perdono lucentezza e cadono in maggior quantità. Alcune sostanze nutritive sono particolarmente importanti.
La vitamina C è imprescindibile per costruire il collagene dei nostri capelli, e se non ne assumiamo sufficienti dosi è possibile che i capelli crescano più lentamente. La vitamina C si trova nella frutta e nella verdura fresca.
Il ferro e la vitamina B12 sono componenti dell’emoglobina, la molecola che trasporta l’ossigeno nel sangue. Se manca una di queste sostanze, il bulbo pilifero si ossigena e si nutre meno, e notiamo subito una maggiore caduta dei capelli. Il ferro e la vitamina B12 maggiormente biodisponibili si trovano nella carne e nelle uova, mentre il ferro da solo in semi e legumi e la vitamina B12 nell’
alga spirulina e nella chlorella.
Esiste anche la possibilità di integrare la dieta con integratori di ferro e di vitamina B12, specialmente utili se stai seguendo una dieta vegetariana o se sei una donna in età fertile.
Lo zinco è un minerale che favorisce lo sviluppo del bulbo pilifero, quindi, se manca, i capelli crescono deboli e possono perfino smettere di crescere. Lo zinco si trova nel germe di grano, nel lievito di birra, nei semi (sesamo, lino) e nella frutta secca.
Il silicio riattiva il metabolismo dei capelli e favorisce la costruzione del collagene che contribuirà a costituire le fibre dei capelli facendo in modo che crescano forti. Inoltre, le sue buone proprietà antiossidanti aiutano a ridurre la produzione di sebo e a mantenere sotto controllo i capelli grassi, preservando allo stesso tempo l’equilibrio idrico dei capelli ed evitando che si secchino troppo e appaiano fragili e stopposi.
Gli amminoacidi solforati, e concretamente la metionina e la cistina, sono essenziali per la formazione della cheratina che forma la fibra del capello. Questi amminoacidi si trovano nel formaggio, nel pesce, nella soia, nel lino, nella frutta secca, nel lievito di birra e nella crusca di grano.



giovedì 5 ottobre 2017

PREVENIRE IL RAFFREDDORE CON I RIMEDI NATURALI

La prevenzione è la miglior cura: se si tratta di raffreddore poi, vi sono cibi, accortezze e rimedi naturali che possono aiutare il nostro organismo ad aumentare le sue difese.


Prima o poi uno starnuto lo facciamo tutti: il virus a del raffreddore (rhinovirus) infatti è - purtroppo- un organismo tenace, sempre presente sulle nostre mucose nasali.
Appena siamo un po' "scarsi" con le difese immunitarie, ecco che il virus del raffreddore prende il sopravvento.
Tra i migliori rimedi naturali per prevenire il raffreddore troveremo tutti quelli che potenziano le naturali difese immunitarie del nostro corpo. Ve ne sono altri, che cercheremo di scoprire insieme.

Prevenire il raffreddore coi rimedi naturali: perché

Un'antica pubblicità ora diventata quasi un consiglio medico recitando: "prevenire è meglio che curare" e i medici di corte dell'imperatore cinese venivano licenziati quando l'imperatore si ammalava.
Perché il modo migliore e più efficace per sconfiggere la malattia è evitare la sua insorgenza. Vale anche - e soprattutto - per il raffreddore, malattia frequente che si dà quasi per scontata nei mesi freddi.
Una buona prevenzione con i giusti rimedi naturali potrebbe ridurre fino al 95% la possibilità di incorrere nelle malattie da raffreddamento, le affezioni alle vie respiratorie in genere ma anche l'influenza.
I rimedi naturali non si impongono al nostro organismo ma sono in grado di stimolare le sue innate capacità di difesa dagli attacchi esterni, incluso quelli del Rhinovirus!

Prevenire il raffreddore coi rimedi naturali: il cibo

Il primo "pericolo esterno" da cui difendersi è un elemento insospettabile: il cibo, portatore non solo di nutrienti ma anche di molecole e microorganismi potenzialmente dannosi per il nostro organismo.
Per questo la quota maggiore del nostro sistema immunitario - deputato proprio alla difesa - risiede lungo l'apparato gastrointestinale.
Lavorando sul supporto all'intestino e sulla corretta alimentazione si riuscirà a scongiurare una gran parte dei piccoli malesseri invernali.
Alimentazione corretta e benessere intestinale saranno i nostri capisaldi per prevenire il raffreddore coi rimedi naturali, nel dettaglio:
> Gli alimenti da preferire: verdure crude, frutta fresca di stagione, per il loro elevato contenuto in vitamine e sali minerali. Alimenti specifici conto le infezioni quali aglio e cipolla. Alimenti ricchi in Vitamina C quali peperoni, peperoncino, rucola, fragole e agrumi.
> Gli alimenti da evitare: alimenti conservati, in scatola, precotti, aromatizzati, già conditi. Sono ormai privi delle vitamine minerali salutari. Il nostro corpo usa parecchie energie nell'eliminare le "tossine" - ovvero i prodotti di sintesi utilizzati nei cibi confezionati - e questo rallenta la risposta immunitaria. Un'alimentazione naturale a base di cibi freschi, integrali e biologici riduce l'apporto di tossine e lascia al corpo l'energia necessaria per produrre la corretta difesa immunitaria.
Aiuto per l'intestino: i fermenti lattici  probiotici, soprattutto quelli a base di lattobacilli e bifidobatteri. Diversi studi scientifici ormai sottolineano come i probiotici possano diminuire l’incidenza delle infezioni respiratorie e comunque di diminuire durata e severità dei disturbi in caso di malattia.

Prevenire il raffreddore coi rimedi naturali: quali rimedi?

Quali sono i più efficaci rimedi naturali per prevenire il raffreddore? Quelli che saranno in grado di stimolare il corpo a "sapersi difendere da solo". Eccone alcuni, forse i meno noti:
Fungo reishi (Ganoderma lucidum), sulle cui proprietà sta indagando con successo la ricerca scientifica, poiché contiene molecole in grado di stimolare (o meglio modulare) attività e numero delle cellule immunitarie deputate a contrastare le infezioni, ovvero macrofagi e linfociti T.
Vitamine: ormai si sa che la vitamina C (contenuta soprattutto nella Rosa canina e nell'Acerola) può avere anche effetti di stimolazione sul sistema immunitario, ma spesso si trascura l'importanza della vitamina D, ora oggetto di studio anche per questa funzione, oltre alla già nota attività nel metabolismo del calcio.
Minerali: lo zinco e il selenio, che rinforzano le difese individuali e diminuisce il rischio di infezioni, non solo respiratorie. Manganese-rame, associati come oligoelementi, sostengono la funzionalità del sistema immunitario.
Fitoterapiciuncaria tomentosa, che ha dimostrato avere effetti immunostimolanti grazie agli alcaloidi ossindolici. Inoltre alla ben nota Echinacea, e la radice di Astragalo.
Prodotti delle api: miele e propoli
Oli essenziali, ottimi se diffusi nell'ambiente o nei valori di un bagno caldo. Soprattutto quelli di:benzoino, eucalipto, cannella.

mercoledì 4 ottobre 2017

Il mito del sonno

 Ogni cultura celebra il sonno e i suoi miti e gli attribuisce diverse simbologie, dagli antichi Greci, agli Egizi, dai Romani ai Popoli Nordici, dagli Sciamani dell’America Latina agli Yogi del lontano Oriente. Queste leggende rappresentano un’importante chiave di lettura per interpretare quali profonde valenze il sonno abbia sulla mente e sul corpo umano.
Nella Cosmogonia di Esiodo si legge che all’inizio esistevano solo le Tenebre da cui emerse il Caos. Dalla loro unione nacquero il Giorno, La Notte, L’Aria e Erebo. Erebo e la Notte diedero vita a due gemelli, Thanatos, dio della morte e Hypnos, dio del sonno. Un proverbio persiano recita “il sonno è il fratello della morte”.
Sul piano simbolico infatti il sonno è strettamente associato alla morte, per la perdita di coscienza della realtà esterna da un lato e per la componente onirica che permette all'individuo di uscire dal suo corpo fisico e vagare per mondi sottili, dall'altro. Anche l’analisi etimologica di alcuni termini comuni come “cimitero” testimoniano questo stretto legame simbolico: dal greco koimeterion = luogo dove si dorme, o “risorgere” dal latino surgere = alzarsi.  Luoghi comuni ripropongono questa associazione, basti pensare ad affermazioni come “morire di sonno”, “il sonno eterno”. Ribaltando i piani di analisi per non cadere in una simbologia eccessivamente funesta è possibile affermare che ogni risveglio al mattino rappresenti una nuova nascita, il nuovo giorno è una nuova porzione di vita.
Secondo il mito Hypnos dormiva in una grotta vicino al fiume Oblio  e il suo compito era quello di sottrarre gli uomini alle tribolazioni della vita per qualche ora, addormentandoli e inducendoli a sognare. In questa attività veniva coadiuvato dal figlio Morfeo, solito prendere forma delle persone sognate e apparire con un mazzo di papaveri dal potere allucinogeno.
Questo mito è esplicativo di come il sonno possa rappresentare un rifugio e un ristoro dallo stato di coscienza e attività, sia per il corpo sia per la mente: cadere nell'abbraccio di Morfeo è invitante e il modo naturale per suggellare una giornata intensa di veglia.


Come definire il sonno

"Cessazione temporanea, spontanea e periodica di ogni attività psichica superiore, caratterizzata dalla perdita della coscienza del mondo esterno, dall'abolizione più o meno completa delle funzioni dei centri nervosi e dal rallentamento delle funzioni della vita organica” (A. Gabrielli, Grande Dizionario Italiano – Ed. Hoepli).
Ci sono varie definizioni sul sonno, ma prese singolarmente non sono complete e se le si confronta con il proverbio sopra citato, non contemplano tutte le implicazioni che l’atto del dormire porta con sé. Perché giustamente “non si dorme solo per dormire”, ovvero non è una condizione fine a se stessa, non è neppure una condizione statica.
Nelle diverse fasi del sonno il sistema nervoso centrale e parte del sistema nervoso periferico, quello autonomo o vegetativo, stabiliscono importanti interazioni cellulari e neuronali, per alcune funzioni esse sono addirittura superiori allo stato di veglia. “Si dorme per poter agire”: il sonno è funzionale alla rigenerazione energetica del corpo, è consolidatore della memoria e a tal proposito diverse teorie si associano e si compensano per contribuire a rispondere alla grande domanda “perché si dorme?”.
Ma si dorme per poter agire… anche nel sonno! La depressione della coscienza e dell’attività motoria volontaria lasciano spazio ad un mondo organico e psichico fatto di energie, forze e livelli di interazioni sottili che completano l’essere umano nella sua costante formazione. Il fenomeno del sonno coinvolge tutta la scala zoologica, tranne le forme più basse, e viene considerato come momento di recupero
Anche la natura vive il suo sonno, sia quello legato alla fase nictemerale, sia quello stagionale, l’inverno, in cui tutto si sopisce, alcuni animali cadono in letargo, per riposarsi del lungo anno, proteggersi e ritemprarsi in vista del risveglio primaverile.